Partecipata, coinvolgente, allegra e gustosa. Sono gli ingredienti primari della serata del 26 novembre alla RiMaflow al quale hanno partecipato una ventina di Soci di MAG2, senza contare gli allegri bimbi e le due simpatiche mascotte a quattro zampe. Ad accoglierci una rappresentanza dei protagonisti della fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio, tra i quali Stefano e Spartaco, il nostro condottiero nella visita nei capannoni e narratore delle vicende iniziate nel 2012. L’anno nel quale nasce l’idea di creare una Cooperativa, una Società di Mutuo Soccorso, tra i lavoratori della Maflow, azienda del comparto automotive un tempo florida e con oltre 300 dipendenti, poi ridimensionata e delocalizzata nell’Est europeo. Una storia di ordinaria speculazione industriale dell’economia tradizionale che induce gli aderenti della Cooperativa, costituita ufficialmente il 1° marzo 2013, ad occupare la fabbrica e a provarla a rilanciare in autogestione seguendo gli esempi virtuosi sorti in Argentina dopo il default del paese nel 2001. Le famose fabbriche senza padroni, dove i lavoratori operano in autogestione e che a Trezzano prende il nome di RiMaflow, dove la “Ri” assume vari significati: Rinascita, Riuso, Riciclo, Riappropriazione, Rivolta e Rivoluzione.
Nuova vita in via Verri
L’attività della RiMaflow procede con difficoltà, ma determinazione, fino a quando nel 2018 arriva lo sfratto della proprietà dei capannoni, la banca Unicredit. Il giorno dello sgombero a difendere la fabbrica non ci sono soltanto lavoratrici e lavoratori, ma un popolo di più di 500 persone fatto di cittadini e rappresentanti di associazioni, enti morali e fondazioni del territorio. Presenze che certificano il raggiungimento degli obiettivi prefissati dalla cooperativa sociale: trasformare il sito in un bene comune aperto al territorio per sperimentare un’economia altra, ossia diversa da quella che ha portato a tante sofferenze ai lavoratori della Maflow e non solo. La difesa della sede ha successo e porta, dopo varie vicende, ad abbandonare l’originaria fabbrica di via Boccaccio alle più moderne strutture di via Pietro Verri 15, sempre a Trezzano sul Naviglio. Qui la gestione è costituita da un Consorzio di 13 realtà, inclusa la RiMaflow FuoriMercato, società operaia di mutuo soccorso, cooperativa sociale di comunità a responsabilità limitata.
Tour nella Cittadella dei mestieri
Narrata la storia, Spartaco ci accompagna in un tour alla scoperta della Cittadella dei mestieri e dei servizi, in particolare al capannone che ospita artigiani come il liutaio, i falegnami, il tappezziere o il carpentiere. Qui troviamo anche la Riciclofficina per la riparazione delle bici, lo studio artistico di Giuliana Cioffi e quello di uno specialista del modellismo ferroviario. Ad accoglierci è, però, Loor, uno dei responsabili di Catena in Movimento, una delle due realtà che collaborano con il carcere di Bollate (l’altra è Mitiga). Uno spazio dove si creano magliette, borse e accessori di moda per conto terzi e per le proprie linee. Ma soprattutto un luogo per l’inclusione, l’integrazione, l’uguaglianza e la resilienza delle persone in difficoltà. Da vedere ci sarebbero pure lo show room, gli spazi dove si effettua la logistica e la distribuzione dei prodotti di Fuorimercato e la palazzina degli uffici amministrativi e di diverse realtà creative e sociali. La cena, però, è pronta e approdiamo alla mensa per degustare i piatti cucinati con gli alimenti di Fuorimercato, cibi prodotti nel rispetto della Terra e delle persone, seguendo processi di agroecologia e, in buona parte, su terreni sequestrati alla criminalità organizzata o abbandonati. Le pietanze sono ottime e favoriscono racconti e sorrisi e fanno sognare per il futuro. È in corso, infatti, un’iniziativa di prestito sociale che, tra le finalità, ha la creazione di un ristorante sociale con un menù composto da piatti con alimenti derivati da una filiera etica, corta, autogestita e certificata. Un progetto che dovrebbe includere pure corsi di cucina, laboratori di trasformazione alimentare e altre storie di mutualismo solidale.